Artemide è una delle 7 dee presenti come archetipi in ogni donna. Secondo la psichiatra Jean S. Bolen che ha scritto “Le dee dentro la donna”, in ogni donna esistono degli archetipi ovvero modelli che corrispondono a comportamenti umani. Le dee principali della mitologia greca rappresentano gli archetipi di ogni donna. In noi esistono ognuna di queste dee e in base a quale dea è attiva in un momento specifico della vita ci comportiamo in un modo piuttosto che in un altro.
L’archetipo di Artemide
Artemide è la dea della caccia e della luna. Figlia di Zeus e Leto è associata ad alcuni animali selvatici per via del suo carattere libero e indomito. Daino, lepre, quaglia, leonessa come simbolo della regalità e del suo essere cacciatrice. Orsa per la sua forza e per la protezione dei cuccioli e anche cavallo selvatico.
Gemella di Apollo, nacque prima di suo fratello, e una volta nata aiutò sua madre a partorirlo. Per questo è considerata anche la dea del parto.
Come dea della caccia e della luna, rappresenta la femminilità indipendente. Il tipo di donna che raggiunge i suoi obiettivi in qualsiasi ambito scelga di impegnarsi.
Nella distinzione che la Bolen fa tra dee vergini e vulnerabili, Artemide è una dea vergine insieme ad Atena ed Era. In questa classificazione, Vergine vuol dire una dea che basta a sé stessa e non si lascia condizionare dal rapporto con l’altro per sentirsi completa. Lo è per sé. Qualsiasi cosa faccia, la donna nella quale emerge la dea Artemide è spinta dal senso di indipendenza e non ha bisogno dell’approvazione maschile. Riesce a colpire il bersaglio. Va dritta all’obiettivo e riesce a raggiungerlo perché non si lascia distrarre dagli altri o dall’esterno. Ama la natura con la quale vive una profonda connessione.
Stimolata dalla competizione, può diventare cieca rispetto alla volontà di raggiungere ciò che vuole. Tende a vivere i sentimenti in maniera forte, vuole esplorare e lo fa in ogni circostanza.
Il lavoro
Nell’ambito lavorativo, Artemide è stimolata dalla competizione e dalle sfide. Nella scelta del lavoro hanno importanza gli ideali e valori. Può perciò scegliere ambiti sociali o fare l’avvocato, soffre il senso d’ingiustizia soprattutto se è subita in quanto donna.
Le relazioni
La solidarietà nei confronti delle altre donne è una delle caratteristiche più rappresentative di Artemide. Alleanze e amicizie femminili sono per lei importanti. Per quanto riguarda il rapporto con gli uomini, spesso la donna Artemide è attratta da uomini creativi, con qualità artistiche che scelgono professioni sociali. Proprio come la coppia Artemide-Apollo, dio con caratteristiche simili alla gemella. Ad Artemide non piacciono gli uomini dominatori. Nella sessualità Artemide sperimenta con il suo senso di avventura, tuttavia non è attratta dal sesso come Afrondite, per lei è alla pari di un’attività piacevole e ricreativa.
Come può evolvere la dea (e donna) Artemide
La donna che si identifica con Artemide si sente completa quando è realizzata nel lavoro, quando raggiunge i suoi obiettivi, questo non vuol dire che non costruisca una famiglia, soprattutto se in lei sono equilibrate anche le altre dee, ma ha grande soddisfazione dalla sua personale attività. Se, infatti, la donna Artemide non riesce ad essere soddisfatta del suo lavoro, di ciò che ha scelto, può cadere in depressione. Artemide non sopporta chi è vulnerabile, e può provare sentimenti di rabbia intensi. Una donna sentirà attivarsi Artemide quando è nella natura, ed è in quel momento che tutto le si fa più chiaro: può guardare con la chiarezza di una visione lunare. Per crescere, però, la donna Artemide deve imparare ad essere più vulnerabile, ad accettare questo aspetto umano. Diventare più ricettiva e attenta ai rapporti. Seguendo il mito di Ippomede che pur goffo amava profondamente Artemide, la dea, ovvero la donna, deve scoprire i segreti delle tre mele d’oro: la consapevolezza del tempo che passa; la consapevolezza dell’importanza dell’amore; l’istinto di procreazione e creatività.
Per approfondire Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen, Astrolabio.
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