Afrodite dea dell’amore e della bellezza è definita dea alchemica nel libro “Le dee dentro la donna” di Jean S. Bolen. Con lei il cerchio delle dee si chiude. Dopo le tre dee vergini Artemide, Atena, Estia e le tre dee vulnerabili Era, Demetra, Persefone, completa l’insieme degli archetipi Afrodite, l’unica alchemica.
Gli archetipi sono modelli di comportamento, e in loro Jean Bolen ne ha individuati alcuni femminili che permettono a ogni donna di conoscersi meglio, ma soprattutto di evolvere verso una versione migliore di sé. In questo caso, l’incontro equilibrato delle dee dentro la donna permette di vivere tutti gli aspetti della vita appieno.
Come dea, Afrodite è associata ai cigni per la bellezza, ai colombi che tubano per l’amore, alle rose che si regalano all’amata e al melograno simbolo di passione che Afrodite divide con Persefone.
Sulla sua nascita esistono due versioni del mito. La prima racconta che nacque dall’amore di Zeus e Dione, ninfa del mare.
La seconda che nacque dopo che Crono tagliò i genitali di suo padre Urano per prenderne il posto gettandoli in mare, fecondandolo e dall’acqua nacque Afrodite.
Sposò Efesto, figlio di Era, nato dalla sua testa e che la madre rifiutò per la sua imperfezione. Amò Ares, dio della guerra, ed Ermes messaggero degli dei.
Con Ares ebbe tre figli, Armonia, Deimo e Fobo. Amore e Guerra possono essere incontrollabili e la loro unione metaforicamente rappresentano l’unione delle due grandi pulsioni umane.
Con Ermes, Afrodite ebbe un altro figlio Ermafrodito, il dio bisessuale. Secondo alcuni racconti, Eros era figlio senza padre di Afrodite.
La dea della bellezza e dell’amore ebbe molti altri amanti fra i mortali.
L’archetipo di Afrodite
Afrodite è l’archetipo dell’amante e della donna innamorata. In lei energia, creatività, bellezza sono potenziate nel momento in cui ama.
Rispetto a Demetra, la madre che vuole un figlio, Afrodite è più spinta dall’istinto di procreazione. Può capitare, infatti, che la donna Afrodite non programmi la gravidanza ma che questa arrivi in aspettata. Vive in modo appassionato, in lei i sensi sono attivi. È attenta a percepire le sensazioni e fa le cose semplicemente perché le piacciono.
Afrodite rispecchia anche l’archetipo del processo creativo, nel quale la persona segue il flow ed è completamente presa da quello sta facendo, dall’arte e dalla sua creazione.
Il lavoro
Sceglie solo lavori che le piacciono, difficilmente può accettare di fare un lavoro che non sente, per guadagno o perché è un lavoro di famiglia. Deve essere interessata a farlo. Spesso sono professioni dove può esprimere la sua creatività.
Le relazioni
Afrodite è la dea amante. Quando una persona la incuriosisce o l’attrae sa essere molto intima, facendo sentire l’altra persona speciale. Ama persone introverse come Efesto ed estroverse come Ares. Riesce a far sentire importante la persona che ama. Spesso viene vista come nemica dalle donne Era, ma trova alleanza con altre donne Afrodite.
Come evolve la dea (e donna) Afrodite
Oltre al momento dell’innamoramento, l’archetipo può attivarsi quando presta attenzione ai suoi sensi. L’esperienza sensoriale o sensuale ne dà origine. La donna Afrodite è estroversa e ha dei tratti selvaggi, brama la vita, si innamora facilmente. Evolve se dà spazio alle altre dee. Se da spazio a Era, per esempio, può impegnarsi in modo fedele in una relazione.
Afrodite cresce attraverso il mito di Psiche alla quale affida le prove da compiere per unirsi a Eros. Queste prove consentono alla donna di crescere, per esempio attraverso la pazienza e il discernimento, quando si tratta di prendere una decisione evitando l’impulsività.
Oppure nella seconda prova che Psiche affronta, l’insegnamento è quello di rimanere sé stesse anche quando si raggiunge il potere. Le altre due prove insegnano metaforicamente alla donna a guardare le cose con distacco e imparare a dire di no.
Grazie alla sua rivale, Psiche, l’archetipo Afrodite evolve imparando il coraggio di agire e affrontare le prove restando sé stessa spinta dalla forza dell’amore.
Per approfondire Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen, Astrolabio.
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