Nel 2020 Jerry Saltz ha scritto il libro “Come diventare un artista” nella patria del manuali per diventare qualunque cosa. Se non fosse un libro serio, pensereste che fa il verso ai tanti manuali anglofoni sul diventare qualcosa in quattro semplici mosse. E, invece, il libro è molto serio e Saltz che è un artista mancato, nella vita ha fatto il critico d’arte e si è aggiudicato per questo il premio Pulitzer nel 2018. Quindi sì, è un libro da prendere sul serio perché ti dà consigli sensati su come diventare artista. Così sensati che puoi, e forse devi, usarli nella vita anche se non t’interessa essere un artista ma essere e restare un outsider rispetto al conformismo sociale.
“Come diventare un artista” che è libro serissimo, tratta con leggerezza in 63 consigli brevi come farsi strada nel mondo dell’arte senza troppe resistenze, senza eccessivi pensieri, creando in laboratorio e lavorando meno con la mente. Perché l’overthinking è un ostacolo per l’arte e per qualunque cosa tu voglia fare nella vita.
“L’arte non deve avere senso”, dice Saltz. Ha un impatto emozionale e percettivo immediato come lo ha il canto degli uccelli o un panorama mozzafiato. Vi arriva alla pancia, al cuore, vi schiaffeggia nella mente, ma non ha senso cercare di attribuirle un senso.
Prendete l’arte così come vi viene. Fate arte anche quando il lavoro che state facendo non è perfetto. Non smettete mai di lavorare e creare. Questa è la vera regola per diventare un artista. Una regola, per la verità, che vale qualunque cosa si voglia diventare. Un’incrollabile fiducia in se stessi e nella propria arte è fondamentale per passare dall’altra parte ed essere considerati artisti. Prima di tutto bisogna sentirselo. Si è già artisti nel momento in cui, come una necessità, l’arte viene prodotta in laboratorio ogni giorno.
Qualunque lavoro facciate per campare, una parte del vostro tempo dovete dedicarla a fare arte se volete fare l’artista. Tradotto altrove: qualsiasi lavoro facciate per campare, perché il vostro sogno si realizzi dovete dedicarci del tempo ogni giorno. Convincetevi di quello che volete essere e lo sarete. Sì certo, non è così banale, ma attenzione a non sottovalutare questa regola che vale sempre, 99 volte su cento. Quell’uno potrebbe essere uno di noi che ha smesso di provarci.
“L’invidia guarda agli altri ma è te rende cieco”. Consiglio #50 che metterei tra i primi, ma forse è messo alla fine proprio per farlo ricordare meglio: l’invidia è una perdita di tempo, non permette di essere veramente autocritici, mangia da dentro, mentre dovremmo smetterla di guardare gli altri pensando che il successo per loro sia arrivato per chissà quale aggancio, quale aiuto o capacità di relazioni. “È un mondo duro”, dice Saltz. “Facciamo tutti del nostro meglio. Ma questo continuo povero me, non migliora il tuo lavoro, e se non ti fai più vedere resterai fuori dal giro. Perciò schiena dritta e al lavoro”.
Consiglio #3 “Esci dal tuo piccolo recinto. Stare dentro i bordi è da bambini; assicurarsi che i conti tornino è da ragionieri. Competenza e maestria tecnica sono qualità positive, a patto che tu le usi bene. Ma ricordati anche che raccontare la tua storia non ti dà automaticamente diritto a un applauso. Devi guadagnarti un pubblico”. Jerry Saltz non è tenero con chi vuole diventare artista. Sa bene che il mondo dell’arte non risparmia nessuno (e quale mondo professionale lo fa?). I suoi consigli sono diretti a far capire quanto piangersi addosso, aspettare, mettersi nell’angolino a creare pensando che basti il talento, in realtà non basta.
E poi c’è il più enigmatico dei consigli, il #63: “Ah, e una volta all’anno vai a ballare”. Lo dice non solo perché ballare è una forma d’arte, ma perché presto non saremo più in grado di ballare. Il consiglio è di vivere il presente, di lavorare per oggi (lo dice anche in un altro consiglio) come lui scrive per oggi e non per domani. Vivere è il vero ultimo consiglio per diventare artista.
“Il dubbio è un segno di fede: ti mette alla prova e ti rende umile, lascia spazio al nuovo nella tua vita. Ma soprattutto il dubbio scaccia la sensazione soffocante della certezza. La certezza uccide la curiosità e il cambiamento”.
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In apertura, Warriors di Antonio Salviani