Il branded podcast è uno degli strumenti che i brand hanno inserito nel mix dei loro content. Piace a molti, e continua ad avere un potenziale non espresso. I dati che emergono dalla ricerca dell’OBE Podcast Comitee presentata durante la seconda edizione del convegno dedicato, “Give your brand a voice”, aprono scenari da esplorare. E rilanciano alcune importanti conferme: il podcast è uno dei contenuti più coinvolgenti, grazie all’audio che attiva in noi tutte le leve della riconoscibilità, della memoria e dell’identificazione. Raccontare con la voce ha appeal, in particolare sugli ascoltatori che la ricerca ha definito Hunters.
Il branded podcast deve far leva sugli Hunters
Gli ascoltatori di podcast sono oltre 14 milioni, tra questi la ricerca di OBE evidenza tre tipologie:
Hunters: sono 5,4 milioni, il 36% e sono coloro che ascoltano podcast tutti i giorni o almeno 2 o 3 volte alla settimana.
Engaged: sono 4,9 milioni, sono il 33% e ascoltano podcast almeno una vota a settimana.
Curious: sono 4,6 milioni, sono il 31% e ascoltano podcast 1 volta al mese circa.
Lavorare sul coinvolgimento, stimolare l’informazione e il ricordo: il podcast è capace di farlo e gli hunters diventano preziosi per il brand, perché guidano gli ascolti e più spesso consigliano i podcast ad amici e familiari.
Lo scenario del podcast e del branded podcast
La ricerca di OBE, realizzata in collaborazione con BVA Doxa su 1000 ascoltatori nel mese di aprile 2023, mette in luce diversi aspetti. Oltre ad alcune conferme, mostra gli scenari futuri.
L’ascolto è sempre più in movimento. È in aumento, per esempio, l’ascolto in auto.
Non solo intrattenimento ma anche tanta cultura e podcast di informazione. Ma crescono anche viaggi, turismo, approfondimenti, sport finanza ed economia.
Le piattaforme si confermano lo strumento principale d’incontro tra ascoltatori e podcast. Promozione e distribuzione sono due aspetti delicati e fondamentali per il successo dei podcast. I social possono essere un ottima leva di promozione, far salire il podcast nelle classifiche non è infatti così semplice. I territori di caccia sono tanti, dai motori di ricerca, dove la SEO diventa importante per farsi trovare, ai consigli di influencer ed esperti.
Youtube diventa un’ottima porta d’ingresso per i nuovi ascoltatori e potenziali hunters.
La scelta di continuare o abbandonare un podcast si fa sempre più veloce. I primi due, tre minuti sono vitali.
La voce assume sempre più importanza come driver di scelta di un podcast.
I kpi continuano ad essere un terreno scivoloso, manca uniformità ed è sempre più evidente la necessità di avere parametri omogenei da sviluppare. È importante ricordare che il branded podcast non può essere misurato dal solo numero di ascolti. L’engagement è uno dei valori più importanti.
E alla luce di questi tratti rilevanti, emerge la tendenza verso la quale deve andare il branded podcast, ovvero essere un original podcast fatto dai brand.
Definire il branded podcast e fare cultura
Capire che un branded podcast non è un podcast dove il brand è presente come sponsor o citato all’interno, aiuta definire cos’è un branded podcast: un contenuto che racconta una storia attraverso le caratteristiche del podcast, nel quale il brand si riconosce come valori.
Il futuro prevende sempre di più l’unione del video nel format podcast, il che significa che la storia deve saper vivere nella sua espressione visiva, ma anche solo come audio. Non va confuso con il video puro dove il visivo non solo è prevalente, ma anche fondamentale per capire il messaggio. Il podcast video deve invece assumere le caratteristiche del podcast, tanto che può essere compreso anche con il solo audio.
La community intorno al podcast diventa fondamentale per la diffusione del podcast. Non esistono dei bestseller nei podcast, ma tanti contenuti che funzionano in nicchie di ascoltatori più o meno ampie. E creare community intorno al podcast, alla storia che racconta e ai valori che diffonde, diventa ancora più prezioso per i brand.
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