Oprah Winfrey è il nome che sta facendo il giro del mondo insieme a quello di Harry e Meghan per l’intervista che i Sussex hanno rilasciato recentemente. Ma da Oprah dobbiamo aspettarci presto un’altra sorpresa che c’entra con un nuovo prodotto editoriale.
A fine febbraio, Oprah ed Hearst Magazine hanno annunciato un progetto editoriale che promette di essere molto interessante. E il motivo è legato non solo ai contenuti, ma anche al sistema che dovrà sostenerlo, ovvero la membership. Un modello che sta funzionando da un decennio e che molte realtà hanno già consolidato (per esempio il Guardian). Negli ultimi anni lo stiamo vedendo sempre più spesso. L’editoria si muove (vedi anche gli accordi con Google e Facebook) e non è affatto morta.
Premessa: sono stata abbonata per anni a O, The Oprah Magazine, il magazine della regina dei talk americani e da lì ho ricevuto moltissimo. Quando nel 2020 Oprah ed Hearst avevano annunciato la cessazione della pubblicazione in comune non ero più abbonata da un po’, ma ne ero dispiaciuta. Almeno quanto ora sono curiosa di sapere che cosa Oprah ed Hearst realizzeranno insieme.
Arriverà a fine marzo e si parla di un un nuovo marchio lifestyle multipiattaforma. Comprenderà il sito, con paywall (tutto o in parte non so), una newsletter settimanale e un magazine cartaceo che uscirà quattro volte all’anno. Non so perché ho la sensazione che avrà successo. Oprah Winfrey è una potenza e riesce a centrare tutto quello che fa, Ça va sans dire, vedi l’intervista di Harry e Meghan.
La comunicazione è stata data a partire dal nuovo team che lo guiderà. Alison Overholt è stata nominata direttore generale e Arianna Davis sarà direttore senior della parte editoriale e strategica, dopo aver diretto il sito OprahMag.com.
Da Oprah Winfray alla membership
La membership è uno dei modello su cui l’editoria mondiale si sta assestando (perché funziona). Che cosa significa? Significa che crei un sistema di valori in cui il lettore si riconosce ed è disposto a pagare perché ne faccia parte insieme a te. La membership include anche altre azioni oltre all’informazione, per esempio, gli eventi ai quali partecipare con i lettori.
In questo modello evolutivo si ritrova il patto di fiducia tra editore/giornalista e il lettore/utente.
Io mi impegno a veicolare e condividere quei valori in cui entrambi ci riconosciamo e tu paghi per avere un servizio di alto livello, il più alto che io riesca a garantire perché tu ne fruisca e faccia parte di questa comunità.
Il brand “avvolge” l’utente con la sua multipattaforma e l’utente lo sostiene. Guai a tradire questo patto. È l’evoluzione del lettore che va in edicola e sceglie te perché gli piaci. Si riconosce in quello che offri, in quello che scrivi, nel tuo pensiero, in come lo proponi. Nel modo in cui mostri il racconto che ne fai delle questioni del mondo.
Ovviamente il meccanismo è diventato più complesso, delicato, con più potenzialità ma che, se non è fatto bene, non funzionerà. È un become member di cui il brand multipiattaforma è esso stesso membro. L’appartenenza si fa circolare e Oprah è senz’altro una dei personaggi che meglio sa riconoscersi in chi la segue.